Un'ora per sgombero, cambio, avvolgimento/svolgimento fili, prove chitarra, tastiere, batteria, basso, trilli, squilli... e non mi viene altro in mente. Un brivido, in particolare, quando entra in scena portata da un tecnico, la pedaliera di John Petrucci, un mostro di elettronica, pesante ad occhio e croce qualche tonnellata...
... e adesso...
Entra Mike Portnoy, maglietta dell'Italia di basket, saluta e va a scalare (è il termine esatto, perchè non era a livello di palco) la propria impressionante, incredibile batteria... E iniziano le note di...
di... di... di... non riesco a dirlo... di...
Allora, come si può definire un gruppo che inizia un concerto al rovescio? Ossia che inizia con il proprio manifesto, con la propria perla, con il proprio classico... insomma con la propria storia? Sì, indovinato, la prima canzone è nientemeno che METROPOLIS - PART I, la canzone Dream per eccellenza, quella con il marchio registrato ®. Marea umana di sostenitori presenti in delirio. Assurdo, veramente le mie sono Scenes from a memory, perchè sono indescrivibili, le ricorderò solamente io. Si salta, si canta... tremendo...
E John Petrucci mi è davanti, lo vedo a tre metri, non di più, lì a macinare note. Più dietro Mike che scandisce il tempo da paura. John Myung al basso è fenomenale (e il solo in Metropolis è da brividi). Jordan Rudess con il cranio pelato è al tempo stesso pauroso e genialoide. In ultimo, ma solo in ordine di apparizione sul palco, James LaBrie, in formissima. Sinceramente, non so perchè, forse perchè non avevo mai assistito ad un concerto del Teatro del Sogno, James me lo immaginavo un tipo "statico", fermo, bloccato sul palco a cantare neanche tanto bene come sui cd. Invece mi ha clamorosamente smentito. Era lì a vagare furiosamente da una parte all'altra del palco ad incitare, a chiamare il pubblico, a cantare, a fare gesti, saltare, duettare con gli altri compagni. Dava poi l'impressione di essere lì per tutti, non solamente per noi delle prime file, salutava anche i lontani i lontanissimi.
Sono stati sensazionali, delle macchine. Nessuna nota sbagliata, energia a profusione, potenza a getto continuo. Sono davvero i migliori al mondo nel suonare, anche se non serviva la mia affermazione; ma me ne sono reso davvero troppo conto.
John Petrucci è il più forte. Forse ha inventato qualche nota oltre le canoniche doremifasollasi; viaggiava al quintuplo della velocità di chinque, con gli occhi non si riusciva a seguirlo. Con le orecchie men che meno.
Mike Portnoy è stato altrettanto fantastico; come ho già detto, Aquiles degli Angra è fortissimo. Ma Mike, con i suoi occhiali, sembrava davvero un professore in cattedra. Senza sforzo teneva tempi impensabili, senza battere ciglio, si alzava in piedi e tutta la batteria continuava a suonare, lanciava sputi in continuazione (ecco perchè il soprannomedi "cammello" non ci volevo credere) e lontanissimi (ci sta che a Petrucci l'abbia beccato più di una volta). Ad un tratto sono rimasto con le palle (oculari) fuori dalle orbite vedendolo alzarsi, lanciare una bacchetta verso il pubblico, sputare (tanto per cambiare) e tirarne subito fuori un'altra (probabilmente dal culo) continuando a macinare battiti stratosferici.
Da notare che io sono andato a questo concerto senza aver sentito il nuovo cd, solamente un assaggio in macchina prima di arrivare. I brani nuovi spaccano. E tanto, dal vivo. "Panic Attack" è superba. Peccato non abbiano fatto le due ballad, le avrei ascoltate con piacere.
E con piacere, quasi sull'orlo di un collasso, è arrivata una "The Spirit Carries On" da leggenda, con un'intro acustica di John, con un cantato meraviglioso e con tutto il gruppo in generale veramente in palla. Accendini da tutte le parti, corale tremenda per una delle loro più belle canzoni.
Poi "In The Name Of God", mattone indigesto (almeno per me) di 17 minuti, in cui (scusate, ma l'ho fatto) a un certo punto ho pensato: "Ma quando finisce?"... e James mi ha preso in parola, ha salutato tutti con una buonanotte.
... ma non può finire così! Ed eccoli di nuovo per "The Roots Of All Evil" (Octavarium) e, delizia, "Learning To Live", forse con una jammina in mezzo e con un acuto pari pari all'album.
E qui è proprio la fine... ecco la setlist:
1- Metropolis Part 1
2- A Fortune In Lies
3- Just Let Me Breathe
4- Lie
5- Panick Attack
6- Endless Sacrifice
7- Never Enough
8- Sacrificed Sons
9- Home
10- The Spirit Carries On
11- In the Name of God
12(bis) - The Root of All Evil
13(bis) - Learning to Live
Concerto strepitoso, con la sorpressissima di un James LaBrie sui livelli di "Images and Words".
Che altro dire? Queste sono solamente (pochissime) parole, che non possono e non devono rendere ciò che ho vissuto; quello lo ricorderò sempre dentro, perchè ormai è incancellabile.
Alla prox.