lunedì 5 febbraio 2007

Pacchi e sedie

Il bello/brutto o il brutto/bello di un paesino assediato dal mare e protetto dalle montagne è che tutti conoscono tutti, gli scheletri giocano allegri nel buio delle ante, le facce vengono cambiate come maschere e che la frase "tanto è tutto un magna magna" ha il potere spaventoso di riuscire a silenziare ogni conversazione. Le domeniche affogate dal sole, normalmente, sfioriscono nella consueta vasca serapea e nel ritmo ossessivo imposto da Ilaria D'Amico, Sandro Piccinini ed Erasmo Lombardi.


Purtroppo Catania ha squilibrato questo meccanismo perfetto e collaudato, inducendo la persona comune nel ricercare il surrogato del tanto agognato riposo.


E qui, periferia culturale dell'Italia assonnata, due eventi, subito, hanno monopolizzato la piazza. Già programmati ma, viste le circostanze, davvero rinati. La convention pro-candidato sindaco e le primarie pro-scelta candidato. Una pro-domenica, insomma.


Lancio in pieno Berlusconi Style per il candidato della lista civica che, dal nulla in termini di passato politico, getta la sfida al manipolo di volti e nomi che, nascosti o meno, hanno sempre giocato in Piazza Don Luigi Di Liegro. Amicizie celebri a testimoniare la bontà dell'uomo (Flavio Insinna) e filmati e foto per la bontà del lavoro eventuale. Un cinemateatro (pieno) a far da cornice, qualche battuta dialettale, un pò di demagogia, bambini africani sorridenti ed affamati, tante belle idee, persone nuove, personalità vere ed una mattinata gradevole tra applausi e risate. Fosse tutto vero, sarei tranquillissimo; si ricordi, ho detto tante belle idee.


Intanto, giornata di mobilitazione per l'intero centrosinistra. Centrosinistra? Così sembra. Primarie per la scelta, primarie per la guida, primarie per il capo. Gaeta è piccola, ma 4000 persone sono tante; anzi, anche qualcuna in più. Per la sfida Prodi-contro-il-resto-del-mondo ci furono 2000 votanti scarsi; ieri ben di più. Centrosinistra? Centrosinistra, centrosinistra.


L'immagine che rimane è quella della telecamera che si gira improvvisamente intercettando il collasso di una sedia e del proprio usufruitore mentre lo stesso nome echeggia in continuazione, sempre quello, sempre lo stesso...

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