Altra ricetta, ormai sono lanciato nel firmamento. E anche stavolta un altro pezzo di buona tradizione contadina (io sono di Gaeta, famosa per il mare... quindi abbastanza distante dall'essere contadino; potete trarre le vostre conclusioni)
PASTA E PATATE
Prendere una/molte patate. Ricordo che non vi fornisco quantitativi perchè l'unico limite è la capienza delle vostre fauci. Prendete la patata, guardatela e lavatela dalle impurita che probabilissimamente vi saranno sulla superficie. I più superficiali diranno: "E' ovvio, spesso vi è la terra! Bisogna ripulirla dalla terra!". No, dico io! Non so perchè, ma questo simpatico tubero che tanto ha fatto e continua a fare per l'unimanità (come le patatine fritte o gli gnocchi), è un pò visto come un ortaggio di serie b. I pomodori sono trattati con tutte le cure, ad esempio, hanno posto in prima fila in frigorifero. Poverini, loro sono delicati! Le zucchine, anch'esse, spesso vivono in frigo, perchè si conservino belle verdi più a lungo! Dell'insalata non ne parliamo, oppure delle melanzane che tutti adorano (vi deluderò... non io!) e che trattano con tutti gli onori sperando che "parmigianizzino" in fretta... le papate no! Spesso le patate, povere piccole brutte anatroccolesse, vengo spedite fuori il balcone. Tanto sono dure. Tanto resistono al freddo. Tanto. Pensate alle patate, soffrono il freddo per noi, vengo relegate in sacchetti brutti anche a vedersi, sono sempre in disparte anche se sono sulle tavole un giorno sì e l'altro pure.
Adotta una patata e lei ti sarà riconoscente!
Vabbè, dopo questa digressione tuberofilosofica, posso continuare. Lavate la patata non ancora sbucciata, poi prendete il coltello e datevi da fare. Oddio, molti usano lo sbucciapatate; io ho rischiato la vita tentando di usarlo in casa di Zia Clizioletta. Se sapete farlo, bene; altrimenti desistete e fate come facevano gli antichi. Ossia patata in una mano e coltello in un'altra. Se siete in una famiglia di militari potete usare qualche recluta per pelare le patate; aspettate che faccia una caxxata qualunque e la mettete a sbucciar qualche quintale di patate, così voi sarete sollevato da un impegno, e lui ne guadagnerà in disciplina. Insomma, sbucciata la patata, sciacquatela nuovamente (bene) e poi asciugatela. Indi riducetela in cubetti di circa 1 cm di lato (thanks to Zia Bricioletta per le misurazioni); mi raccomando, serve precisione assoluta. Un righello può fare al caso vostro. Per un'accortezza ancora maggiore e per un gusto più squadrato, usare anche una livella da muratore a controllare la perizia del lavoro. Bene. Adesso, prendete una pentola, versate poco olio sul suo fondo e un pò di cipolla. Fate andare a fuoco basso a soffriggere, quindi, velocemente, buttate le patate e un pò d'acqua. Sale. Brodo granulare o dadoso. Forse pure un pò di sedano. E una goccia di salsa che male non fa. Lasciate cucinare a fuoco basso. Nel mentre, se volete, potete andare a stendere i panni oppure imparare l'intro di Nothing Else Matters al banjo (così per dare un tocco esotico). Quando vedete che le patate si sono più o meno suicidate per bene (per rendervene conto, infilzate qualche cubetto con una forchetta. Se si infilza e non sentite gridare, è proprio morta suicida per benino) aggiungete un bel pò d'acqua e gettate la pasta. "Ma come?" direte voi "perchè gettarla via?". Avete ragione! Riprendete la pasta dal cestino dove l'ate buttate e affogatela nella pentola patatosa. Aspettate fino alla cottura del grano e spegnete il fuoco. Prendete il mestolo, impiattate e... buon appetito!
Fatto. Come direbbe la Parodi... Cotto e mangiato. Io dico... ciò che non ti uccide, ti rende più forte!
<!--
--><!--
-->
veramente io i pomodori li lascio quasi sempre marcire nel cassetto del frigo...
RispondiElimina