lunedì 5 giugno 2006

Post inutile

Inutile è una parola piccola per questo post, forse più che altro infinitesimamente accessorio. Non so cosa voglia dire, ma eccomi qua ad esporre in bella forma cercando, per quanto mi è possibile, di non compiere alcun errore di sintassi. Sono qui, in pratica, per dar voce al nulla in quanto, adesso, non ho nulla da dire. Cosa aggiungere? Forse è difficile dire di più, descrivere l'aria che mi circonda, così piena ma anche così vuota. Oppure tratteggiare i lineamenti di questa mattina cominciata troppo presto (è sempre troppo presto quando il sonno chiama) ma troppo tardi per tanto altro. I colori sono sempre gli stessi, quelli di questa casa e di questo schermo, della colazione fatta, del caffè da fare per l'ennesima volta; e quelli del sole, fuori. I suoni, del ticchettare delle mie dita sulla tastiera, delle auto che sfrecciano, piene di persone con e senza fretta, le voci dei passanti che passano, alcuni, che si fermano, altri. Il libro che attende, aperto, sul tavolo, come sempre. Famiglia sparsa per Gaeta e per l'Italia. Amici, pure. C'è chi c'è e pure chi ci deve essere, sul messenger. Amy Lee che canta Halo e gli Stadio con il loro Disperato bisogno d'amore provano a tenermi compagnia in questa mattina ed in questi fugaci attimi in cui prende corpo il post inutile. E sta venendo alla luce - seppur inutile, ribadisco - bello e forte, lungo e compatto, con pause, virgole e gli immancabili punti.

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