sabato 29 aprile 2006

Wasted Time

Dopo tantissimo tempo, ho riascoltato questa straordinaria canzone degli Skid Row...


You and I together in our lives
Sacred ties would never fray
Then why can't I let myself tell lies
And watch you die every day

I think back to the times
When dreams were what mattered
Tough talking youth naivete

You said you never let me down
But the horse stampedes and rages
In the name of desperation

Is it all just wasted time
Can you look at yourself
When you think of what
You left behind

Is it all just wasted time
Can you live with yourself
When you think of what
You left behind

Paranoid delusions they haunt you
Where's my friend I used to know
He's all alone
He's buried deep within a carcass
Searching for a soul

Can you feel me inside your heart
As it's bleeding
Why can't you belive you
can't be loved

I hear you scream in agony
And the horse stampedes and rages
In the name of desperation

Is it all just wasted time
Can you look at yourself
When you think of what
You left behind

Is it all just wasted time
Can you live with yourself
When you think of what
You left behind

You said you never let me down
But the horse stampedes and rages
In the name of desperation

Is it all just wasted time
Can you look at yourself
When you think of what
You left behind

Is it all just wasted time
Can you live with yourself
When you think of what
You left behind

The sun will rise again
The earth will turn to sand
Creation's colors seem to fade to grey
And you'll see the sickly hands of time
Will write your final rhyme
And end a memory

I never thought you'd let it get
this far, boy


Avrei voluto dedicarla ad un mio Amico, ma non me lo ha permesso. Io comunque sono sempre qui, non gli ho mai voltato le spalle...

martedì 25 aprile 2006

Quel bambino, Libero, nacque sessantuno anni or sono, tra stenti ed ogni sorta di difficoltà. Era un dono sceso dal cielo, perchè mamma e papà proprio non ci riuscivano. Sembrava, per loro, ormai tutto perduto. Ma arrivò e tutta la famiglia gioì. Certo, un tempo bastava poco. Bastava essere vivi per sentirsi vivi. E tutto ciò che contava era stare insieme, guardarsi negli occhi, parlare, discutere, anche alzare la voce. Ma tutto tornava a posto, specialmente quando quel piccolo scricciolo faceva "nghe nghe", quando sorrideva, quando stringeva i pugnetti e li alzava al cielo.


Più cresceva e più diventava bello e forte. Colpiva, in lui, lo sguardo deciso; stupiva poi la memoria. Ricordava tutto. Mentre tutto cambiava e tutti mutavano in pensieri e parole, lui era lì, come monito perenne. Certo, come tutti cominciava ad amare, a sentire canzoni mai udite, a vestirsi come nei film - ah, i film per la prima volta in casa - a studiare... ma ricordava  i discorsi di papà e tutte le storie del nonno, storie buie e tenebrose, piene di signori alti e con grandi baffi. E sapeva ancora avere paura, seppur grande. Cominciava a capire.


Passarono gli anni e da ragazzo ad uomo non fu breve, come al solito si dice. Ci furono fatti a stamparsi indelebilmente in quel meccanismo perfetto del suo cervello. Storie di sangue, brutte storie, di diritti e doveri, di occupazioni, di minigonne e di concerti impossibili solo ad immaginare. E tante parole nuove e strumenti e cose incredibili oltre ogni dire. Vedeva sogni tramutarsi in realtà e diventare normalità nel giro di stagioni. Non capiva tutto ciò. Ricordava i sacrifici, le illusioni e tutte le parole spese da più parti.


Divenne marito, padre e nonno. Ed oggi, sentirsi dire vecchio.


E Libero giù a sorridere. Sempre sorridere. Perchè sapeva di aver lasciato un graffio; e chi lascia un segno, seppur vecchio nel fisico, nello spirito rimane. Vivo.

lunedì 24 aprile 2006

Riassunto

Premetto di non saper cosa scrivere. Ma l'occasione è troppo poco importante per non approfittarne. E' dalle tre che ero rinchiuso nell'aula di informatica di Ingegneria (Pisa, Italia, Europa, Mondo, Sistema Solare, Via Lattea) a "scocozzarmi" (termine dialettale gaetano) con Andylove su Puzzle Bobble. Non vorrei fare in figo ma ho vinto. Pensate, abbiamo fatto 65 partite e ne ho vinte 50. Ecco come le mie giornate di studio procedono verso il posto al sole dato dalla laurea. Del resto tutti dicono: "Vabbè, stai a fà ingegneria... quando esci hai il lavoro assicurato"... Perchè massacrarsi, allora?
Filosofia che non fa una piega e nemmeno una piccola grinza.
Spero che qualcuno commenti e mi dica: "Hai fatto SESSANTACINQUE partite di suguito a PB?". Ed io vorrei rispondere: "Sì, è una delle poche cose che ancora mi riesce. Ho perso diottrie ma NON ne è valsa la pena".
E sono qui, davanti a questo computer ad imbrattare con un altro post la rete. Più in là Andylove parla di calcio. C'è un essere antropomorfo che attende il suo turno per suggere bit dal web. Attenderà invano, credo. O almeno, non sarò io a cedere. Intorno pochissime persone, ognuno senza apparente meta. Sento un professore che spiega in un'aula qui vicina. E anche ticchettare tastiere. Andylove ha preso a parlare di fantacalcio e dei suoi sei punti di vantaggio.
Si vede che non ho nulla di che da dire, ma lo dico lo stesso.

sabato 22 aprile 2006

In questo momento sono davanti al computer, sopra di una scrivania. C'è parecchia parte della mia vita, in questo momento. Un mostruoso guazzabuglio. Sono presenti parecchi cd tra i quali spiccano uno di De Gregori, uno dei Guns N' Roses, quello degli Aina e vari altri misti; ce ne sono due che poi dovrò ricordarmi di scendere a Paolo. Poi, è pieno di carta e appunti; in pratica lo stretto necessario per la tesi. Sono due/tre articoli in inglese, uno in italiano e qualche foglio colmo di scrittura a matita. Il telefonino, che non manca mai. Una matita, tre penne, di cui una scarica, un righello ed una gomma. Un deck Box di carte Magic di mio fratello. Una calcolatrice rotta. Un bullone. Una tazzina di caffè vuota da qualche ora (ora che ci penso, oggi pomeriggio ho preso un solo caffè... mi sto per sentir male). C'è, appoggiato, il joypad della playstation. Una lampada da tavolo. Un pacchetto di fazzolettini. Due spartiti per pianoforte di mio fratello. Una tab, mia. Qualche pezzo di carta strappato con annotata una formazione di fantacalcio. Una rivista. Una pagina del messaggero di due giorni fa.


Ho appena "seccato" una zanzara.


Mi dispiace di non avere una fotocamera per immortalare il mio altare del sapere; sarebbe stato divertente. Ho provato a descriverlo, molto semplicemente. Così si può capire come mai lo studio tarda a concretizzarsi nella laurea.

Succede, certe volte, di uscire con gli amici; arrivano le risate e giunge anche il sonno. Succede di salutarsi tutti e ad ognuno di salire sulla propria auto, verso casa, il letto e Morfeo. Succede. E capita, talvolta, di parcheggiare sotto casa, di guardare fuori un normalissimo scorcio di urbanità addormentata e silenziosa, di appoggiare la testa all'indietro sullo schienale e di lasciarsi andare ai pensieri. Il sonno sparisce e cominci a respirare del vento che vedi attraverso i vetri muovere i rami di un albero. Lentamente, lentamente, lentamente. E nulla ti distoglie, perchè nesssuno passa ed ogni suono ha il pudore dell'assenza, nulla prova ad incrinare e deturpare questo quadro perfetto. Tutto in un angolo muto di città. E allora, tiri su l'ultimo respiro che scende fino ai polmoni, si allarga e ti fa aprire la porta. Piede a terra su quest'asfalto che con la Natura nulla ha a che fare. E ti giri e solo cemento è. Cemento e metallo e odori strani, sentiti sempre ma oggi come la prima volta percepiti. Profondamente alieni. Quindi prendi le chiavi, le rigiri tra le mani, le guardi e continui a pensare a come sarebbe se tutto non ci fosse, se si tornasse a quando il mondo era un'equazione semplice, mangiare e dormire. E amare. Pensando a quegli amori che duravano e che guardavano figli crescere, quando si insegnava ad un nipote, quei tempi in cui si guidavano le anime e dove il camino era la televisione. E con questi pensieri salire le scale, ed entrare in casa. Tutto tace. Quattro respiri all'unisono e tanti sogni, alcuni densi di preoccupazione, altri di giochi e altri ancora di musica. Poi guardi le facce, quelle vere perchè nel sonno sei sempre quello che realmente sei. E finalmente ritrovarti nel tuo posto nel mondo.

venerdì 21 aprile 2006

E' curioso vedere che quasi tutti gli uomini che vagliono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore.


Giacomo Leopardi

giovedì 20 aprile 2006

Sono tornato dalla seconda partita in due giorni. I residui che ho al posto delle gambe chiedono vendetta e mi stanno dichiarando guerra con dolori assortiti. Me lo dovevo aspettare, però, dato il numero di calci presi... Infatti giocavo contro un esagitato che bestemmiava per ogni contrasto perso, che malediceva i compagni per ogni passaggio sbagliato e che tutti chiamavano Ozzy... non ha fatto vedere calcisticamente nulla di che ma credevo che, dopo aver indossato nel post-partita una maglietta del Gods Of Metal, tirasse fuori anche qualche pipistrello per sfarmarsi e per deliziarci. Purtroppo non è andata così. (per la cronaca, ma solo per quella, abbiamo vinto 5-4... partita tiratissima, il primo goal l'abbiamo fatto dopo 30 minuti ed io ho giocato molto bene).


Oggi pomeriggio ho saputo una notizia che mi ha gettato nella tristezza: venerdì non si suona più per l'assenza di due elementi e per mancanza del posto. Resterò a baloccarmi con la mia chitarra a casa, a quanto pare. Ormai, celebralmente, sono partito. Si sapeva, dite voi. E dite bene. Voglio musica. Bramo musica. Adoro musica. Purtroppo mi manca il saper suonare, il saper cantare, il saper creare, l'essere artista, una strumentazione adeguata, un posto dove esprimermi senza sfracassare le palle a chiunque. A casa non si può. L'altra volta, passava mia nonna davanti alla stanza dove amplificatore e chitarra erano nelle mie umilissime mani. Ho detto: "Ciao nonna, vuoi sentire una cosa". "Ma che vvuò, figliu mije? Je n'c'capisc' nient'. E ppoi stai a fa' nu' burdell' che ti sentono pure i morti". Ah sì? Tiè. E ho sparato una serie di accordi ad un volume allucinante. Mia nonna è sparita.


Sono qui a scrivere sul blog perchè ho provato a vedere la televisione. Sì, questo post è una conseguenza. Di politica non ne posso più, devo disintossicarmi da campagna elettorale, brogli, grandi coalizioni, presidenti della repubblica e cavoeuvo (cioè caro euro, ma l'ho detto alla Tremonti). Quindi niente approfondimenti superficiali per stasera. Su rete4, pressing cempions lig... non fanno vedere la sintesi di Arsenal-Villareal quindi solo chiacchiere inutili. E infine, la molla verso il pc. E' stata una reazione improvvisa e, spero, senza conseguenze per la mia psiche, scappare. Forse i miei genitori hanno creduto che fossi posseduto dal diavolo o che avessi avuto una cac....lla fulminante. Non è stato così, ma molto, molto peggio. Tutto questo...


... perchè c'era CROSSROADS con Britney Spears!!!

martedì 18 aprile 2006

Oggi ci sono rabbia ed incredulità qui a farmi compagnia davanti allo schermo. Intanto ascolto "Le Scarpe" di Federico Salvatore (sentitelo, potreste rimanerne sorpresi). Ma tra i due sentimenti è preponderante la rabbia, brutta bestia che ben raramente mi capita di incontrare. Il tutto per errori di valutazione e fraintendimenti. Non ne parlerò, ovviamente, perchè di nessun interesse. Ma scrivo e sfogo. Sì, proprio così. Girando tanti pensieri, alcuni felici, altri meno, e le gambe svuotate da questa lunghissima Pasquetta reclamano il proprio riposo. La mente è d'altro parere in quanto attiva come al solito; forse di più. Ma anche la rabbia serve per crescere, per sentirsi vivi in altra maniera.

domenica 16 aprile 2006

Il sole muore per rinascere.
E sceglie l'orizzonte per farlo,
il limite apparente dei nostri sguardi.
Questo per dimostrare che a Lui
è concesso
e a noi che bisogna lottare con le nostre anime
per potere, un giorno,
accendere il cielo.

sabato 15 aprile 2006

OGGIIIII

Ieri serata chitarra&compagnia... canzoni e canzoni, parole e parole, risate, schweppes e gazosa e tanto altro ancora. E decisa per oggi una jam session, piccola piccola, ma che sempre jam session è. Io, Paolopropoli e Loetch a casa di quest'ultimo. Vediamo se mi ricordo ancora come si fa a tenere una chitarra in mano. Il fatto è che so già come andrà a finire. Puntualissimi ci troveremo alle 4, tireremo fuori gli strumenti con aria serissima, di navigati smanettoni musicali, accorderemo il tutto e, lì, proprio lì sul punto di esplodere il primo accordo... giù a ridere per qualche ora. Almeno dimentico un pò di studio e mio fratello che è da una settimana che mi canta Maffoni nelle orecchie.

martedì 11 aprile 2006

Uno strano martedì

Di solito il martedì è il giorno riservato (volevo dire deputato ma meglio di no) al fantacalcio; numeri certi, sicuramente soggettivi, ma certi. Basta prendere il giornale, dare un'occhiata e fare due conti. Inoltre gli exit poll (ossia le impressioni che ti danno i giocatori per come hanno condotto le proprie partite) rispecchiano abbastanza fedelmente i dati reali. Poi, c'è chi vince e chi perde. E via con le discussioni, soprattutto quando il margine è poco. Ma ci sono regole ormai affermate che non vengono cambiate ogni anno per favorire qualcuno. L'ammonizione è -0.5 così come il goal è +3. Non credo sarebbe giusto portare le ammonizioni per i campioni alla Del Piero a -1.5 e i goal di Parravicini (senza offesa) a +4.


Non lo so, è uno strano martedì. Non sento intorno certezze, non colgo sguardi fermi o braccia salde alle quali affidarmi.

domenica 9 aprile 2006

Discepoli

Ieri sera, sabato, uscita consueta con gli amici. Cena. Io, seduto e rilassato, nelle vesti di maestro (non mi sto arrogando nessuna posizione... so di non sapere, ma c'è chi meno conosce di me). Per tre ore.


"Ho tradito Berlusconi..."


Sms che mi è arrivato oggi pomeriggio. Sono contento.

sabato 8 aprile 2006

Starò sveglio il più possibile

No, non sono ancora andato a nanna. Ci ho ripensato e devo cercare di stare con gli occhi più aperti possibile. Devo godere come un riccio di questo giorno. Ebbene sì, oggi non è un oggi comune. E' come avere un'eclissi di sole o un esame superato dal Gini o un mondiale in casa o ancora un libro di Baricco. Questa ventiquattro ore non torneranno per cinque anni.


E' finita la campagna elettorale.


Oggi, per festeggiare, starò tutto il tempo in casa a pasteggiare con Dolce Euchesssina e confetti Falqui (quelli originali, alla prugna).

Avventura

Scrivo da casina, Gaeta mia. Ebbene sì, sono riuscito a tornare. E' stata dura, davvero tanto, con i miei coglion-pensieri a rimpallarsi tra voto, comizi fiume, cazzate universitarie, Juve fuori e varie ed eventuali che ora non mi sovvengono.


La sveglia alle 6.14 mi ha riportato per l'ennesima volta nel mondo dei viventi per un ennesimo giorno di un ennesimo semestre. Quindi, in sequenza, sveglia, colazione, autolavaggio, vestizione alla superman, caricamento bagaglio e partenza. Esco di casa, verso la piazzetta con la fermata dell'autobus alle 6.57 e subito vengo investito; ma che hai capito? Vento tremendo, nulla di che. Quindi, cammina cammina, mi imbarco sul bus ed attendo pazientemente (ma anche no) l'arrivo in stazione. Quindi treno. Infine università, con le sue due ore di antenne laboratoriche. Due palle anzi quattro dato che io e Samuele siamo stati quasi tutto il tempo a parlare di altro. Finita la lezione ed iniziate ufficialmente le vacanze, cosa c'è di meglio che un torneo di Puzzle Bobble? Quindi, scortato da Andrea(Ciro), Andrea(Sacchi) e Aky, prendo possesso di un pc nell'aula dei pc (chiamata così, chissà perchè, proprio per la presenza di questi fantomatici piccì); lì troviamo anche una edile che era da ieri ad aspettare che le girasse il programma. Comunque, vinco il torneo, mi rendo conto dell'ora, mi armo di coraggio ed affronto, TUTTO SOLO, la mensa... nulla di che, all'apertura è uno sforzo titanico sostenibile. Poi, in autobus (preso per un pelo di muflone) fino alla stazione.


Treno. Ovviamente con 25 minuti di ritardo. Attesa. Arrivo treno. Sono posizionato all'incirca a metà del binario dove, tutto felice e contento, mi rigiro tra le mani il mio bel biglietto CUM PRENOTAZIONE; stazionerò per le prossime orette nella carrozza 5 al posto 91. Come detto, giunge il treno e, mi sembra di vedere la prima carrozza segnata proprio con il numero 5; poi passano la 11, la 10, la 9, la 8. Sono fermo tra la 7 e la 8. Mi giro intorno e, ad una ventina di metri, vedo un controllore, una ragazza cessuosa. Mi carico sulle spalle l'armamentario e mi avvicino.


"Scusi"


"Sì, mi dica"


"Mi è sembrato di vedere la carrozza 5 in cima. E' così?"


"Sa contare, lei? Il numero 5 è tra il 4 ed il 6"


Non voglio dire cosa mi è passato per la testa in quel momento perchè potrei fare una tremendamente cattiva impressione su bambini e affini. In più, treminate quelle parole di fuoco (poi a me, un INGEGNERE che ha finito tutti gli esami di matematica...) la stro...a si porta il fischietto alla bocca. Corro, corro e mi infilo nella 6. Cammino, salto schivo, chiedo permesso... arrivo alla carrozza contigua che, ovvissimamente (bella 'sta parola), è la 4. Mi volto, tiro un respiro e cammino, salto, schivo, chiedo permesso... ma anche, trattengo il fiato, mi faccio piccolo piccolo, corro, mi abbasso ed altri abomini del genere... ed arrivo alla cinque che, come avevo ben visto, era in testa al treno. 1... 5 .... 15.... 34..... 67 ... manca poco... 78.... 80... 83... 86... e finisce il treno.


Sì, avete capito bene. ABOLIREMO L'ICI.


No, scusate, questa è una cazzata che mi è scappata. Volevo dire... Sì, avete capito bene. Finisce il treno. Il posto 91 non c'è.


Ricordo di aver visto in uno degli scompartimenti un contollore che, vedendo me ed il mio perfettissimo, strabiliante, taumaturgico biglietto... scrolla le spalle. "Scendo a Livorno, non è mia competenza". "Ma come faccio?" esclamo sull'orlo di una crisi isterica. "Non si preoccupi, si metta qui, tanto chi vuoi che venga?".


Ed infatti fino a Roma è più o meno così. Ma una volta nella Capitale ci ritroviamo io ed un'altra ventina  di persone con prenotazione fantasma, in piedi, nel corridoio. Nella fantomatica carrozza 5, niente impianto di condizionamento. C'è di peggio, però. Invece di non uscire aria, esce ARIA CALDA! L'Etna al confronto era abitato da eschimesi (anche se fa più ridere se si scrive esquimesi). Una signora, di quelle snob e rompicoglioni, dice di non poter viaggiare così, ed impedisce la partenza da Roma anche tirando due volte il freno di emergenza. Viene sbattuta giù dal treno e risucchiata in un vortice di sfottò nella grande pancia di Termini. Si parte e... si arriva con 1h e 1/4 di ritardo.


Viene Paolo a prendermi. Giretto in macchina. Poi casa, nuova vestizione e sono a correre dietro una palla (partita a calcetto... Erasmo me l'ha ordinata). L'ho persa 10-6. Delusioni a go-gò. Cena ed adesso qui. Ma per poco, casco dal sonno. Buonanotte.

giovedì 6 aprile 2006

Fai questa prova:

1) Accedi all'homepage di Google

2) Scrivi la parola FAILURE

3) Invece di Cerca, clicca su Mi Sento Fortunato

4) Fatti una risata

5) Scrivi adesso FALLIMENTO

6) Clicca di nuovo su Mi Sento Fortunato

Fate circolare questa informazione prima che 

google se ne accorga e rimedi alla "gaffe"

(rubata al Blog dello Zingaro)

Memorie dal Pensatoio #7

Supo porta il Livorno in Eccellenza.

Bagno Ingegneria - Pisa

Memorie dal Pensatoio #6

"Oggi ho caato vi due volte!"
"Vizioso!"
"Dilettante! Il mio record e' cinque"
"Si', ma se c'hai la sciorta un devi esse mica contento"

Bagno Ingegneria - Pisa

mercoledì 5 aprile 2006

Volevo solo...

... ricordare a tutti che sono un COGLIONE.


In aula #2

Prof: "Va bene, allora vi faccio oggi gli auguri di Pasqua... e, mi raccomando, votate bene"

martedì 4 aprile 2006

Solo due parole per ieri

"Lei, Prodi, avrà Vladimir Luxuria che darà via gratis gli spinelli, Pannella con su scritto 'Vaticano talebano', la Bonino di fianco con un altro cartello 'Aboliamo il Concordato', Francesco Caruso con il passamontagna e i bulloni, Diliberto che sventolera' la bandiera di Fidel Castro, D'Alema vestito da marinaretto...".


Bisogna ammettere che, nonostante tutto, il sorriso lo strappa... me la immagino questa riunione; già, tutta gente strana, dipinta così. Ma cose che possono accadere. Mettendo insieme un pò di miei amici si potrebbe ricreare un'atmosfera del genere. Certo, senza contare D'Alema.  Infatti lui fa la figura del fratellino rincoglionito che si intromette nel mondo dei grandi; quello che ci vuole stare ad ogni costo senza essere invitato. E che tutti salutano sorridendo all'inizio; ma che, dopo un pò, sta sui coglioni a tutti.

Si nascondono nei modi più impensabili e, no, non escono. Restano rintanati nel loro guscio protettivo e nelle loro parole criptiche. Ma sì, ci sono tanti modi di nascondersi. Che chi lo fa nella notte e chi invece nel sole. Io proprio no, basta parlarmi e si capisce il mio pensiero.


Ma dove cazzo sono tutti 'sti indecisi? Anzi, dov'è il popolo degli indecisi? E' possibile che io non ne conosca uno solo? Per favore, uscite, fatevi vedere. Voglio analizzarvi, scrutarvi a fondo. Ai miei occhi siete una specie sconosciuta. Alti o bassi? Maschi, femmine o altro (leggi centro-stampa)? Belli o brutti? Ricchi e/o poveri? Di destra o di sinistra? (Dite che quest'ultima domanda è stupida? Forse, ma ci stava bene). Del Nord o del Sud?


Forse, l'indeciso, è il vicino di casa... sì, proprio quello che ti sorride sempre ebeticamente e che ti presta i limoni. Oppure è quel ragazzo che vedi sempre quando esci per la città, che non sai chi è ma che becchi sempre... e ti sta anche un pò sulle palle senza saperne il perchè.


indecisi... propongo di mettere sulle loro tracce Chuck Norris. Scoviamoli. Facciamo così: ogni 10 indecisi si vince un orsacchiotto. Non vale comprarli all'asta su Ebay (questa regola è per Andylove).

lunedì 3 aprile 2006

Solitudine! Se vivere devo con te.

Solitudine, se vivere devo con te,
Sia almeno lontano dal mucchio confuso
Delle case buie; con me vieni in alto,
Dove la natura si svela, e la valle,
Il fiorito pendio, la piena cristallina
Del fiume appaiono in miniatura;
Veglia con me, dove i rami fanno dimore,
E il cervo veloce, balzando, fuga
Dal calice del fiore l'ape selvaggia.
Qui sarei felice anche con te. Ma la dolce
Conversazione d'una mente innocente, quando le parole
Sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere
Dell'animo mio. E' quasi come un dio l'uomo
Quando con uno spirito affine abita in te.

John Keats

Memorie dal Pensatoio #5

Nulla è impossibile a colui che non lo deve fare.

Banco Ingegneria - Pisa