domenica 31 dicembre 2006

Frigo Vuoto #2

Cavolo, ho finito l'anno. Prendo la giacca e ne vado a comprare un pò.

Pozzo Nero

Maledetta Barbara! (in senso affettuoso, si intende). Sapete cosa mi ha chiesto, gettandomi nella crisi più nera? Un cd! E' vero che creare cd è il mio mestiere, ma è il contenuto che mi logora. Mi ha chiesto 15 canzoni. Le 15 canzoni più belle! Le MIE 15 canzoni più belle! LE MIE 15 CANZONI PIU' PREFERITE ASSAI DI PIUISSIME DI TUTTE QUANTE LE PIU' BELLISSIMISSIME CANZONI IO POSSA CONOSCERE!!!


Aiuto... sicuramente lascerò fuori troppo. E ho paura di scordarmi qualcosa. Chi mi da qualche consiglio?

sabato 30 dicembre 2006

Oggi alcune illusioni, davanti ai miei occhi, sono diventate più eteree. E' anche colpa mia, che ho creduto cose, ho compiuto azioni sbagliate, ho detto e non detto. Resta il fatto che quelle erano illusioni ed ora le vedo più trasparenti, a conferma.


Per fortuna, altre figure stanno sopraggiungendo e mi sembrano terribilmente e fascinosamente vere. Per adesso sono appena oltre la mia mano, non riesco ancora a toccarle per rendermi conto della consistenza di ciò che i miei occhi stanno vedendo. Ma a volte compiono dei passi, verso me. E questo mi riempie di felicità, districando queste nuvole che girano e girano e girano e girano e girano e girano e girano e girano e girano e girano ...

Frigo vuoto #1

Stamattina, ho finito le battute. Ora scendo a comprarne un pò.
Ho avuto diversi regali, ieri. Tutti belli e bellissimi, che non cito per non far torto a nessuno. Comunque mi sono piaciuti "a mostro" (così si inkazza un pochino Propoli... anche se ci sta bene), senza distinzioni. Due di essi, ad ogni modo, sono giunti alla fine, sono impalpabili e... sono davvero contento. Grazie.

venerdì 29 dicembre 2006

Unquartodisecolo

Quando si raggiungono certi traguardi, di solito si volta la testa e si punta lo sguardo all'orizzonte che si è lasciato in cerca del nuovo. Si e' sempre in bilico tra due linee immaginarie, prigionieri di uno spazio e di un tempo che sono assenza e pienezza. Dopo un quarto di secolo, sono qui. Fermo con lo sguardo fiero e speranzoso rivolto in avanti, tanto tanto lontano. Non voglio girarmi, perchè so benissimo cosa c'è dietro avendo camminato spesso alla cieca, al contrario. Forse ho avuto un regalo, uno che non aspettavo e che è giunto, imprevisto, misterioso e splendente. Praticamente racchiude l'essenza stessa di un dono; è perfetto nelle sue caratteristiche. Il fatto è che non so se è per me o è stato poggiatomi davanti ad aspettare il legittimo proprietario. Avrei tanta voglia di scartarlo, avrei tanta paura di scartarlo.

mercoledì 27 dicembre 2006

Certe volte i giorni nascono e hanno sviluppi imprevedibili. Partiamo dall'inizio (e questo è proprio l'inizio, sono le 3:00 di mattina del 26 Dicembre...). Casa di amici, in compagnia di amici. Tavolo, tante sedie, carte (troppe carte), sigarette, freddo, Lino vestito peggio di Arlecchino, io con un sonno micidiale (colpa delle carte, lo ribadisco). Pausa della bisca, tutti che girano, chi va via, chi michia ancora 'ste (caxxo) di carte, chi fumicchia nel freddo (ah ah ah, bravo Sirchia... ah ah ah), io e Propoli l'uno davanti all'altro.


"Allora?"


"Allora che?"


"'Sta batteria?"


"Ma non avevi detto il 30?"


"Sì, l'avevo detto, ma ho voglia di suonare"


Balena tra le mani il cellulare. Scatta la telefonata.


"Joey?"


"Mmm"


"Uè, ma mica stai a dormì?"


"Sì"


"Sei un idiota... domani montiamo la bestia?"


"Mmm... boh..."


"Vabbè, ti chiamo domani"


Il domani che è ancora l'oggi di cui si narra, ore 12:00 circa, casa mia. Sempre telefono, sempre stesso numero.


"Joey? Mica stai ancora a dormì?"


"Sì"


"A dopo"


Un pò più tardi, sempre il solito ambaradan.


"Joey?"


"Uè... com'è? Come va? Tutto a posto?"


"Vedo che sei sveglio... allora?"


"Allora che?"


"Che ti ho detto stanotte?"


"Perchè, ci siamo sentiti?"


"- - -"


"Io non ti vedo, nè sento da sabato"


"Vabbè, tralasciamo... oggi ce la facciamo a montare la batteria?"


"La devo ancora smontare... non credo proprio..."


"Vabbè..."


Ore 15:00. Casa mia, io che gioco con mio fratello a PES6. Telefono che squilla (nel mentre prendo un gol).


"Joey, che c'è?"


"La batteria è smontata... muoviamoci"


Dopo due ore e mezza, esplodono le prime rullate ed i primi accordi. Per la prima volta ho avuto una distorsione con i controcazzi. Ho suonato male ma da urlo (non toccavo la chitarra da 4 mesi).


Ah, dimenticavo. E' la fine.

venerdì 22 dicembre 2006

Scrivo perchè dovrei studiare e non ho voglia. Scrivo perchè è una cosa che (si dice) mi riesca bene. Scrivo perchè a volte è più facile farlo. Scrivo perchè a parlare mi manca il fiato. Scrivo perchè il tragitto testa-mano in me è stranamente più breve di quello testa-bocca. Scrivo perchè ha qualcosa da raccontare. Scrivo perchè proprio in quest'istante non ho niente da dire e voglio che si sappia. Scrivo per esercitarmi in vista della tesi che, chissà quando, finirò. Scrivo per chi non sa ancora scrivere. Scrivo per  quelli che vorrebbero farlo ma non possono. Scrivo perchè non ho altro da fare. Scrivo per ingannare l'adesso. Scrivo perchè, CAZZO, ho una fottuta voglia di farlo.

Post per un Amico

Questo post è diretto ad una persona in particolare. Se non siete quella persona potete pure passare oltre. Questo post è per Amico.


Sai chi sei, Amico... sì, ce l'ho proprio con te. Non ti aspettavi un post, vero? Eccolo invece. Purtroppo, non so che dire. Tanto, troppo tempo è passato. Quando dico "ad aspettare" intendo dire che la mia porta è sempre aperta... bisogna avere in primis la voglia e poi il coraggio di oltrepassarla. E' lo stesso da parte mia, starai pensando. Vero, giusto. Ma, dalla tua parte, la porta com'è rimasta? Non la vedo, sono lontano e c'è buio... dimmi tu...


La busta è ancora sigillata come un tempo... se non ci credi, vieni a controllare. Certe cose sono sacre.


Non penso di essere in un qualche torto, sia chiaro. Potrei arroccarmi, come ho fatto, nel mio orgoglio. Ma certe cose è giusto superarle, metterle da parte. Perchè, probabilmente, sono le caxxate a separare, i forse, i potrebbe. Ma qualcosa è rimasto?


Anche tu sei forte nel tuo orgoglio. Ho ceduto io per primo, va bene? Hai vinto. Se vuoi, sai...

martedì 19 dicembre 2006

INFO PUBBLICITARIA: oggi sono stato alla presentazione di un libro di poesie, qui a Gaeta, presso la Biblioteca Comunale. Il libro è "Isole... ancora in viaggio", ed. Giulio Perrone. Che dirvi? In platea e tra le pagine del suddetto libro c'ero pure io.

lunedì 11 dicembre 2006

Nobel

Questo simpatico signore è un fresco vincitore di un Premio Nobel. Per la Pace. Si chiama Muhammad Yunus, del Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo.


Avrà seguito l'esempio di Madre Teresa di Calcutta? No. Avrà favorito la pace nello Sri-lanka (sapete che c'è una guerra in Sri-lanka da decine di anni, vero?)? No. Avrà salvato tantissime persone dopo lo tsunami di due anni fa? Neanche.


Ha fatto quello che sapeva fare, semplicemente. Yunus era un docente universitario di economia. Quindi una persona immersa in logiche di mercato, in tassi di interesse, in dinamiche economiche e, in generale, con più di un occhio di favore all'imprenditoria. Nulla di male.


Pensò, ad un certo punto, di passare il fronte, da docente ad "esecutore materiale" delle teorie che argomentava. Aveva un'idea in testa, rivoluzionaria. Nel 1976 nacque la Graamen Bank, prima banca al mondo fondata sul Microcredito. Nell'articolo il tutto è molto più approfondito, in termini propriamente economici.


Ma la base è più semplice. Una banca nasce per prestare denaro. Il prestito è concesso a persone che poi restituiranno questo denaro (con gli interessi). Quindi a chi non può offrir garanzie il prestito è un'orizzonte irraggiungibile.


La Grameen Bank ha iniziato a prestare denaro ai più poveri tra i poveri. Senza nulla a pretendere.


Risultato: tante famiglie hanno abdicato la propria condizione di povertà; il 95% dei soldi è tornato alla Graamen; Yunus è ancora più ricco, perchè questa banca produce utili.


"Il microcredito permette ai poveri e agli scalzi di accedere a una opportunità che di solito è esclusivo appannaggio dei ricchi. Accade così che quegli aspetti della società che sembravano rigidi, fissi e inamovibili comincino a diventare più fluidi, e attraverso lo sviluppo economico le persone si affranchino da tutto un insieme di ingiunzioni e regole".


(Muhammad Yunus, Graamen Bank)


E qui c'è tutta la storia.