martedì 25 aprile 2006

Quel bambino, Libero, nacque sessantuno anni or sono, tra stenti ed ogni sorta di difficoltà. Era un dono sceso dal cielo, perchè mamma e papà proprio non ci riuscivano. Sembrava, per loro, ormai tutto perduto. Ma arrivò e tutta la famiglia gioì. Certo, un tempo bastava poco. Bastava essere vivi per sentirsi vivi. E tutto ciò che contava era stare insieme, guardarsi negli occhi, parlare, discutere, anche alzare la voce. Ma tutto tornava a posto, specialmente quando quel piccolo scricciolo faceva "nghe nghe", quando sorrideva, quando stringeva i pugnetti e li alzava al cielo.


Più cresceva e più diventava bello e forte. Colpiva, in lui, lo sguardo deciso; stupiva poi la memoria. Ricordava tutto. Mentre tutto cambiava e tutti mutavano in pensieri e parole, lui era lì, come monito perenne. Certo, come tutti cominciava ad amare, a sentire canzoni mai udite, a vestirsi come nei film - ah, i film per la prima volta in casa - a studiare... ma ricordava  i discorsi di papà e tutte le storie del nonno, storie buie e tenebrose, piene di signori alti e con grandi baffi. E sapeva ancora avere paura, seppur grande. Cominciava a capire.


Passarono gli anni e da ragazzo ad uomo non fu breve, come al solito si dice. Ci furono fatti a stamparsi indelebilmente in quel meccanismo perfetto del suo cervello. Storie di sangue, brutte storie, di diritti e doveri, di occupazioni, di minigonne e di concerti impossibili solo ad immaginare. E tante parole nuove e strumenti e cose incredibili oltre ogni dire. Vedeva sogni tramutarsi in realtà e diventare normalità nel giro di stagioni. Non capiva tutto ciò. Ricordava i sacrifici, le illusioni e tutte le parole spese da più parti.


Divenne marito, padre e nonno. Ed oggi, sentirsi dire vecchio.


E Libero giù a sorridere. Sempre sorridere. Perchè sapeva di aver lasciato un graffio; e chi lascia un segno, seppur vecchio nel fisico, nello spirito rimane. Vivo.

1 commento:

  1. E la mia vita racconta
    si va con le correnti
    verso l'ignoto,
    l'ignoto dei mutamenti.
    E la mia piccola vita
    che danza dietro di me
    come un coriandolo
    nell'infinito che c'è.

    E ti manco,come mi manchi!
    E nell'anima e nei fianchi
    frantumati come l'acqua
    dentro ai pozzi
    e l'amore ci rimonta in tanti piccoli pezzi ma...

    No, io non ho paura,
    io so che ce la farò,
    basterà vivere ora per ora ,ora.
    No ,non avrò paura e
    niente da perdere,
    io,io voglio vivere
    ora per ora,ora,ora.

    Le cose che ho da dirti
    non hanno nome nè segno
    è un vento impossibile
    su queste vele di legno.
    E ti manco,come mi manchi nell'anima e nei fianchi:
    questo amore è come il vuoto
    che ho qui dentro
    così profondo e dolce
    come tutto il mondo.

    No io non avrò paura
    e niente da perdere
    io,io voglio vivere,
    vivere ora,ora,ora. (M.Martini)

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