Correte verso il primo spacciatore di cd che vi capita a tiro e suggete questa compilation. Davvero, merita. Da piccolo bambino, sono rimasto affascinato ed esterrefatto da quello che il genio creativo umano può pensare di concepire. Cristallizzare su di un supporto, poi, tanta qualità e quantità è francamente sconvolgente.
Ma procediamo con ordine. Vi faccio la recensione, miei piccoli lettori. Prima di tutto, i deejay che hanno permesso tutto ciò: Zia Biancoletta, Mamma Valeria e Sorellina Valentina (che fa pure rima, e le rime, si sa, non guastano mai). Quindi, già qui, potrei fermarmi e lasciarvi soli soletti davanti alla vostra tastiera a maledire voi stessi per il mancato acquisto. Comunque, proseguo, sperando di rendere lo spirito del cd (in effetti, di spirito ce n'era tanto, e anche ad alta gradazione, nel corpo delle tre donzelle masterizzatrici). Purtroppo, non posso descrivere adeguatamente lo spettacolino live, anche se proverò senz'altro a farlo. Anzi, premetto. Immaginate. Macchina, una punto blu. E già qui potrei fermarmi, lasciandovi cromati a ridere. Invece di lasciare, raddoppio. PAPA' ALLA GUIDA. Sì, direte voi, indubbiamente divertente ma di una pericolosità estrema; certe cose, però, bisogna anche provarle, bisogna rischiare. Comunque, tranquilli: sono ancora vivo nonostante svariati dossi presi a 150 orari, interminabili giri pro-cerca-parcheggio, Firenze che sai quando entri ma non sai se e quando esci, frenate, ripartenze... papà è un grande pilota; la sorella e la mia non mi hanno vomitato poi tanto addosso. Del resto, ha preso la patente presso l'Autoscuola Vigol&Vigol, rinomatissima tra i monti lucchesi.
Adesso, presa coscienza del mezzo, addentratevi con l'immaginazione nell'auto. Davanti papà (al posto del guidatore... ahahah) e mamma al posto del passeggero (non potevano invertire?) e dietro.... da sinistra a destra... Sorella Vale, Piccolo Ema e Zia Biancoletta. Che quintetto!!! Pensate soprattutto al povero Ema, piccolo, indifeso, raffreddato, senza voce ma con un cuore grande (questa sviolinata me la sono fatta perchè... non so perchè... sono caxxi miei...). E poi, lì davanti, al suo posto, famigerato, il cd.
Adesso, presa coscienza del mezzo, addentratevi con l'immaginazione nell'auto. Davanti papà (al posto del guidatore... ahahah) e mamma al posto del passeggero (non potevano invertire?) e dietro.... da sinistra a destra... Sorella Vale, Piccolo Ema e Zia Biancoletta. Che quintetto!!! Pensate soprattutto al povero Ema, piccolo, indifeso, raffreddato, senza voce ma con un cuore grande (questa sviolinata me la sono fatta perchè... non so perchè... sono caxxi miei...). E poi, lì davanti, al suo posto, famigerato, il cd.
Un cd che inizia con un tormentone del Mesozoico, quando Zia ancora giocava con le bambole (sapete, è vecchiarella): Raffaellona Carrà col suo amore che va da Trieste in giù e che ieri si era fermato sulla LI-PI-FI (infatti, la FI-PI-LI l'abbiamo presa al ritorno). Signori e Signore, venghino venghino. Giocate di immaginazione e create nella vostra piccola ed insulsa mente questo quadretto... papà che strilla NOOOOOOOO, il figlio che non sa dove voltarsi, cercando una via di fuga. Le tre donne, invece, permeate dallo spirito magico della Signora Carrambà.. diventavano bionde a vista d'occhio. Per resistere ho dovuto cercare vie di fuga mentali… che so, immaginare Giurato che la ballava, ripetere la lezione di Calcolo Numerico di 7 anni fa, farmi una domanda e darmi una risposta… tutto inutile, purtroppo. Per fortuna, nulla dura per sempre, e questo vale anche per la canzone della Carrà. L’incubo vero si è materializzato, ahimè, qualche secondo dopo. Al Bano e Romina Potenza con la hit che ha sfracellato le classifiche (e le palle di molte persone, credo); anche se c’è sempre un motivo per essere Felici, io ieri, in quel frangente, non ne ho travato uno straccio. Poi papà è partito (so che questa frase la intenderete che finalmente ha trovato l’acceleratore ma non è così). Forse, Gelato Al Cioccolato gli ricordava la gioventù. E il canto si è levato su, su, su in alto, anche sopra il tettuccio della macchina. Alla quarta traccia, ammetto, ho iniziato a cantare pure io. Sapete, i Nomadi sono Vagabondi, ma al tempo stesso anche un po’ rock. E quindi, pure il Piccolo Ema ha sfoderato l’ugola malaticcia insieme al parentame. E al cinque, finalmente, una chicca. Una di quelle cose per cui vale la pena vivere. Il Bona… ehm, Elio nella Cara Ti Amo, canzone che narra l’amore vero, quello sofferto e sognato, quello che ogni uomo e che ogni donna sognano. E le voci si sono levate, seguendo i gorgheggii delle Storie Tese, riflettendo sul senso della vita. Il fatto è che, cercando cercando questo senso, siamo giunti alla traccia sei. Allora, silenzio tombale in macchina. Mamma Valeria e Zia Biancoletta (detta anche Lady Biancolet) si sono guardate negli occhi, hanno intrecciato le dita e intonato (intonato?) Tanta Voglia Di Lei. E potrei fermarmi qui nel racconto, lasciando al lettore i brividi lungo la schiena al pensiero di un’interpretazione del genere…
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E poi maledicono la pubblicità. Per fortuna ha distolto il mio racconto dall’ultimo pezzo nominato e dalla scena descritta. Quindi, un trittico animato: Mila&Shiro, Memole e Heidi. Come si può resistere, mi chiedo? Infatti, soprattutto le portatrici di utero non hanno resistito e le soavi ugole hanno dettato con Cristina D’Avena e chi per essa per l’intera durata dei brani (in effetti, a Mila&Shiro ho cantato pure io, per quello che ho potuto). Poi, nuovo intermezzo di vita vera. La genialità al potere. Una canzone di denuncia, dura eppure delicata allo stesso tempo. Sì, proprio lei, vedo che avete capito, affezionati lettori. Servi della Gleba. Che dire? Non lo so… durante la telefonata di Elio il silenzio ha dominato, ognuno chiuso nel proprio microcosmo, sofferente per le parole pronunciate. Indi… E adesso siediti, su quella seggiola, stavolta ascoltami, senza interrompere… sì, lui, l’uomo con le corde vocali in corda di canapa, colui che al momento topico si strappa le vene dalla gola. Bella senz’anima… chiedo solo una cosa: ma quando dice “e se verrai di là, te lo dimostrerò”, che intende?... A questo punto, Biancoletta Show: su le note di Carlettoilprincipedeimostri. Purtroppo non posso rendere al 100% quello che ho sentito, e neanche al 70% o qualcosa di meno. Perché non avevo una telecamera? Perché il mondo è così crudele? Solo una parola: inquietante. A questo punto, tralascio il commento su Ufo Robot e Mazinga perché credo, dopo quanto sentito finora, che siano normali canzoncine. Passiamo allora al napoletano dei napoletani. Papà ha apprezzato (ihih)… Peeeeeeerdereeeee l’amoooooore, quando si fa seraaaaa…. Ranieri a gogò. Poi, finalmente, un’altra storia vera. L’angolo della realtà e della riflessione davvero seria è giunto. No, non sto scherzando… Non è La Storia di De Gregori, è di più… No, non è Il Mio Nome E’ Mai Più, no… qualcosa di ancora più reale, forte, d’impatto… Noooo, non è Signor Tenente di Faletti… e neanche Sunday Bloody Sunday… vabbè, non vi viene, ve lo dico io: Il Vitello Dai Piedi Di Balsa. E non aggiungo altre inutili parole. Dopo il momento serissimo introdotto, eccoci di nuovo sulla futilità dei cartoni animati: la stella della Senna (che papà non conosceva) e pollon. Quindi, c’è stata una dedica, da mamma a papà… che carini, li dovevate vedere… lei che se lo accarezzava cantandogli La partita di pallone di pavonessa memoria (in effetti le loro domeniche sono davvero così.. .eheh). Dopodichè tutti a prendersi una tintarella di luna (stando attenti a non scottarsi), sul ring con l’uomo tigre e inneggiando alla roma come tanti piccoli tottini, con grazie roma.
Fine. Che compilation, eh? Avrò gli incubi per millenni, incapace di pensare ad altro. Non andate mai a fare un giro in macchina il sabato sera… potreste ritrovarvi come me, povero piccolo intrappolato tra sorelle, zie, canzoni, caxxate, mamme, papà, guidatori, pioggia, caramelle bastarde, fazzoletti, emicrania, stordimenti, gare di mimo...
Saluti a tutti
Firmato: Sting
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